sabato 11 ottobre 2025

Alla ricerca della carpa vergine (parte seconda)

Testo di M. Diodati, foto di M. Diodati e M. Stefanelli


 È passato un anno. Ho atteso molto questo momento, quello giusto per tornare ad insidiare i pesci di un piccolo lago dimenticato dal tempo.

Vado a trovarlo negli ultimi giorni di agosto, dopo i primi temporali, come se fosse un vecchio amico che non vedo da molto; mi addentro nel folto del bosco e percorro un sentiero diverso, immerso completamente nel verde. Uccelli fuggono al mio passaggio, ho interrotto la quiete, sono l’intruso di quel posto fiabesco dimenticato ai più, in cui mi sento a mio agio come nell’intimità di casa mia, anzi.

Tutto è come l’ho lasciato l’anno precedente. A volte mi chiedo che età possa avere, chi possa aver pensato tale opera e per cosa, data l’origine artificiale. Sono informazioni difficili da ricavare ma che mi affascinano.

Il tempo a disposizione è minimo, il lago popolato da pochissimi pesci, vecchi, furbi e che per sopravvivere, non hanno bisogno del cibo artificiale che andrò ad offrire loro. Sono “vergini” o almeno credo, dato che non ho informazioni riguardanti la pesca da parte di nessuno dei pescatori di vecchia data delle zone. Sul posto non ci sono segni del passaggio dell’uomo o comunque di pescatori perché non vi è accesso all’acqua, tant’è che devo ricavarmi un piccolo foro nella vegetazione per far entrare l’unica canna con cui pescherò.

Occorre costanza, il punto giusto, l’esca che sappia incuriosirle (self made ovviamente) e tanta fortuna.

Anche quest’anno è arrivata, una carpa a specchio del caratteristico ceppo che popola il lago. In un pomeriggio successivo ad un forte temporale raggiungo il lago e noto una notevole attività da parte del pesce. Lancio sopra un tappeto di bollicine che sale dal fondale con notevole fermento. È la mossa giusta perché, dopo circa un’ora l’avvisatore inizia a “cantare”.


È fatta, anche quest’anno, uno splendido esemplare è arrivato tra le mie braccia. Il mio obiettivo è compiuto. Ciao lago, ci vediamo il prossimo autunno.










sabato 5 luglio 2025

Lettera ad un grande lago


 Testo e foto di Matteo Diodati


    "Ciao vecchio amico, che piacere rincontrarti. Sono passati undici anni e sono successe tante cose da allora. Ero ragazzo, sono diventato uomo, marito, padre…ma sono rimasto un pescatore, un cacciatore di sogni speranzoso di tramutarli in realtà.

Eccoci di nuovo qua, faccia a faccia. Mi sorridi, mi accogli con una temperatura fuori dalla norma ma so che stanotte sarà diverso, mi farai soffrire. Mi chiedo se vorrai regalarmi uno dei tuoi pesci, non pretendo di sceglierlo, fai tu, sarò felice di abbracciarne uno qualunque".


Perlustro il posto che avevo in mente, mi piace, c’è un po' di affollamento in quella grande ansa, abbiamo davanti alcuni giorni di festività, ma mi accontenterò di un angolino, a lancio, qualche fiondata di esche e domattina smonterò rapidamente, succeda quel che succeda.

Cala il sole, metto la t-shirt, poco dopo la felpa, poco dopo ancora il piumino e il berretto. Il crollo termico è devastante. Mi rifugio sotto l’ombrellone e consumo la mia cena, chiamo i miei cari a casa, do la buona notte, mi lavo i denti e mi infilo nel sacco a pelo.

Alle ore tre, partenza; esco col cuore in gola ma è un gatto. Me ne torno a dormire.

Alle ore cinque, parte la canna con le Tigernuts, in profondità, nel letto di un vecchio torrente, esco e ferro, più rilassato rispetto alla prima abboccata, ma la tranquillità dura poco. Con la canna tra le mani mi rendo conto della mole del pesce. Mi accorgo molto rapidamente anche della brina che mi sta congelando le ossa. Mi avvicino alla tenda con la massima attenzione a non allentare lenza e recupero il piumino. In un attimo il freddo mi è entrato nell’anima e mi accorgo di trovarmi nella nebbia più totale, dovuta ai vapori delle acque del lago. Momenti che scambierei con pochi altri.



In un’atmosfera surreale lotto contro la creatura mitologica che ogni pescatore cerca. È lei, la carpa dei sogni, ha scelto di venire da me, forse è il lago ad averla mandata, voglio credere questo, in attimi che scorrono veloci tra sogno e realtà.

Grazie grande lago, mi hai regalato momenti che non scorderò mai!!!