Testo e foto di Matteo Diodati
Se avete bisogno dell'ABC degli ami, su google troverete innumerevoli articoli ben fatti. Non voglio riepilogare come è fatto un amo, le sue parti ecc. ma voglio elencare brevemente quali tipi di ami ci servono per la stragrande maggioranza delle occasioni. Molti ami possono, a parer mio risultare estremamente dannosi su di un apparato complesso come quello che la carpa ha per alimentarsi. Senza ardiglione si, ma attenti anche alla forma dell'amo.
In commercio troviamo decine e decine di modelli ma quando ne abbiamo con noi 3 o 4 tipologie differenti, direi che possono bastare per quasi tutte le situazioni possibili. Personalmente non costruisco mai terminali complessi soprattutto qualora non ce ne sia la necessità.
Negli ultimi anni vedo mettere di tutto sopra ad un amo e mi chiedo se sia davvero per necessità o solo per marketing.
Le componenti di un finale vincente restano sempre per me la lunghezza, l'amo e l'hair rig.
Ami comuni e ami di nuova concezione
Sicuramente la forma più classica e più utilizzata, chiedetevi perché! Lo troviamo a occhiello e punta dritti, con occhiello dritto e punta curva o viceversa.
Il più adatto alla maggioranza delle situazioni di pesca. Forte, con una buona tenuta una volta penetrato, e valido sia per montature affondanti che per molte presentazioni bilanciate o pop-up. L'amo per quando il pesce mangia deciso e dobbiamo farci poche storie.
Simile al precedente ma con un lineamento più aggressivo, quindi più valido sul piano ferrante grazie anche alla punta accuminata. Lo uso per inneschi piccoli, dedicati a pesci sospettosi in acque cristalline. Perde sul piano tenuta quindi non lo userei dove devo forzare dei pesci ma lo userei per spot puliti dove posso gestire al meglio il pesce.
Se pescate vicino ad ostacoli questa è la forma che vi serve. Difficile da drizzare e con un buon compromesso tra tenuta ed effetto ferrante. Di solito si accoppia a inneschi medio/grossi perché se usato in misure piccole tende a recidere la carne del labbro del povero pesce..
Una forma entrata in voga che ha portato quasi tutte le aziende a mettere su proprio listino questo amo. Personalmente non mi dispiace ma lo uso in poche situazioni, più che altro quando pesco in acque sgombre e devo gestire pesci grossi e lenti come quelli di cava. La sua particolare curvatura lo rende auto-ferrante, come se avessimo inserito una guaina ricurva ad un amo dritto.
Ami a mio parere pericolosi
Questo è un amo che veniva molto utilizzato nelle competizioni di carpfishing proprio perché risultava mostruosamente ferrante. A ripensarci però, quanti danni ha fatto !?
Credo che con 3 tipi di amo nella cassetta possiamo andare quasi ovunque.
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Terminale semplice + Amo giusto = Allamata perfetta |
La meccanica
Riguardo alla meccanica voglio spendere qualche riga dicendo che nessun buon amo è in grado di aiutarvi se non lo accoppiate al giusto piombo. Senza parlare di forme o montatura, voglio dire che è il peso della vostra zavorra che permette o meno all'amo di penetrare le labbra callose della carpa. Modulare quindi il suo peso in base al tipo e dimensione d'amo è fondamentale.
Altra questione importante è la lunghezza del terminale.
Qua posso dire di averne sentite di tutte ma solitamente mi baso sulle allamate di pesci che catturo. Se l'allamata è superficiale forse è meglio allungare il terminale o viceversa.
Dipende però anche da come il pesce aspira l'esca, se con decisione o con attenta perizia. Mi è capitato di veder sputare l'innesco proprio sotto ai miei occhi più di una volta. Se pescate a stalking in acque limpide vi stupirete di quante carpe passano sopra ai vostri rig senza rimanere allamate, magari provocando solo un singolo bip del segnalatore. A quanti cavedani, carassi e/o scardole abbiamo dato la colpa negli anni?
Il terminale perfetto non esiste ma esiste quello perfetto per una determinata situazione.
Spero che queste poche righe vi abbiano fatto riflettere. La semplicità vince sempre.
Matteo Diodati