lunedì 15 giugno 2020

Il fiume Serchio a Lucca - La piana di Monte San Quirico


A cura di Matteo Diodati 


Introduzione


   Per la rubrica itinerari voglio oggi presentarvi un interessante spot per chi pratica il Carpfishing e lo Specialist, dato che possiamo trovare dalla carpa, al cavedano e pure il barbo. Di sicuro è già una zona conosciuta da quasi tutti i Lucchesi ma non a chi viene da fuori. Parlo della piana di "Monte San Quirico", cioè il tratto di fiume sotto l'omonimo monte, che troviamo alle porte di Lucca.



Foto ottocentesca di Monte San Quirico e dell'omonimo ponte. Le prime informazioni del ponte si hanno già negli scritti del 1200 dc.

   Possiamo dire che questo spot abbia fatto la storia di questa tecnica a Lucca, dato che quasi tutti gli angler locali hanno bagnato qui le loro lenze. Non troverete certo catture record dato che pesci sopra ai 10 kg, sono divenuti negli anni una rarità ma il pesce è combattivo e se cercate del divertimento e delle emozioni siete nel posto giusto. Studiate però bene la situazione, si tratta di una zona non facile per vari motivi. Pressione di pesca e acqua limpida rendono i pesci super sospettosi. In bocca al lupo.


La postazione degli "Orti". Sapere dove calare la lenza è fondamentale.

martedì 21 aprile 2020

L'amo giusto

   
Testo e foto di Matteo Diodati


   Se avete bisogno dell'ABC degli ami, su google troverete innumerevoli articoli ben fatti. Non voglio riepilogare come è fatto un amo, le sue parti ecc. ma voglio elencare brevemente quali tipi di ami ci servono per la stragrande maggioranza delle occasioni. Molti ami
 possono, a parer mio risultare estremamente dannosi su di un apparato complesso come quello che la carpa ha per alimentarsi. Senza ardiglione si, ma attenti anche alla forma dell'amo.



   In commercio troviamo decine e decine di modelli ma quando ne abbiamo con noi 3 o 4 tipologie differenti, direi che  possono bastare per quasi tutte le situazioni possibili. 
Personalmente non costruisco mai terminali complessi soprattutto qualora non ce ne sia la necessità. 
Negli ultimi anni vedo mettere di tutto sopra ad un amo e mi chiedo se sia davvero per necessità o solo per marketing.
Le componenti di un finale vincente restano sempre per me la lunghezza, l'amo e l'hair rig.



Ami comuni e ami di nuova concezione



   Sicuramente la forma più classica e più utilizzata, chiedetevi perché! Lo troviamo a occhiello e punta dritti, con occhiello dritto e punta curva o viceversa. 
Il più adatto alla maggioranza delle situazioni di pesca. Forte, con una buona tenuta una volta penetrato, e valido sia per montature affondanti che per molte presentazioni bilanciate o pop-up. L'amo per quando il pesce mangia deciso e dobbiamo farci poche storie.

  
   Simile al precedente ma con un lineamento più aggressivo, quindi più valido sul piano ferrante grazie anche alla punta accuminata. Lo uso per inneschi piccoli, dedicati a pesci sospettosi in acque cristalline. Perde sul piano tenuta quindi non lo userei dove devo forzare dei pesci ma lo userei per spot puliti dove posso gestire al meglio il pesce.

   Se pescate vicino ad ostacoli questa è la forma che vi serve. Difficile da drizzare e con un buon compromesso tra tenuta ed effetto ferrante. Di solito si accoppia a inneschi medio/grossi perché se usato in misure piccole tende a recidere la carne del labbro del povero pesce..
   Una forma entrata in voga che ha portato quasi tutte le aziende a mettere su proprio listino questo amo. Personalmente non mi dispiace ma lo uso in poche situazioni, più che altro quando pesco in acque sgombre e devo gestire pesci grossi e lenti come quelli di cava. La sua particolare curvatura lo rende auto-ferrante, come se avessimo inserito una guaina ricurva ad un amo dritto.




Ami a mio parere pericolosi



 
Questo è un amo che veniva molto utilizzato nelle competizioni di carpfishing proprio perché risultava mostruosamente ferrante. A ripensarci però, quanti danni ha fatto !?



   
   Credo che con 3 tipi di amo nella cassetta possiamo andare quasi ovunque.


Terminale semplice + Amo giusto = Allamata perfetta


La meccanica

   Riguardo alla meccanica voglio spendere qualche riga dicendo che nessun buon amo è in grado di aiutarvi se non lo accoppiate al giusto piombo. Senza parlare di forme o montatura, voglio dire che è il peso della vostra zavorra che permette o meno all'amo di penetrare le labbra callose della carpa. Modulare quindi il suo peso in base al tipo e dimensione d'amo è fondamentale.
   Altra questione importante è la lunghezza del terminale. 
Qua posso dire di averne sentite di tutte ma solitamente mi baso sulle allamate di pesci che catturo. Se l'allamata è superficiale forse è meglio allungare il terminale o viceversa.
Dipende però anche da come il pesce aspira l'esca, se con decisione o con attenta perizia. Mi è capitato di veder sputare l'innesco proprio sotto ai miei occhi più di una volta. Se pescate a stalking in acque limpide vi stupirete di quante carpe passano sopra ai vostri rig senza rimanere allamate, magari provocando solo un singolo bip del segnalatore. A quanti cavedani, carassi e/o scardole abbiamo dato la colpa negli anni?

Il terminale perfetto non esiste ma esiste quello perfetto per una determinata situazione.



Spero che queste poche righe vi abbiano fatto riflettere. La semplicità vince sempre.

Matteo Diodati





venerdì 24 gennaio 2020

Posti dimenticati


testo e foto di: Matteo Diodati

   È la fine di ottobre e l’inverno sembra non voler arrivare. Sono alla ricerca di uno spot produttivo per sessioni brevi . Il fiume è in secca date le scarse piogge e mi torna alla mente un vecchio spot dimenticato da me e dagli altri angler della zona. Si tratta di un piccolo invaso alimentato dalle acque del fiume Serchio. Non ha mai ospitato grandi pesci, però gli anni sono passati e chissà. 


   Tuttavia l’emozione di affrontare un vecchio spot come questo c’è. Lo sappiamo tutti, senza adrenalina non si va da nessuna parte. Mi reco sul posto per osservare e pasturare. Quest’anno l’ autunno è tardivo e l’acqua dell’invaso è ancora molto calda. Dopo aver guardato vecchie foto su internet riguardanti la diga svuotata, inizio la pasturazione la dove immagino si alimenti il pesce. Nei pochi minuti passati a lanciare palline e method posso ammirare le carpe esibirsi in salti a ripetizione. Che spettacolo invitante. Sono attive e non vedo l’ora di calare le lenze.




   Per la situazione mi affido ad una boilie fruttata, ottima per fiumi e laghi la dove si abbiano fondali composti da limo depositato. L’esca ha un mix granuloso, ricco di birdfood fruttato e derivati del latte. Ha un aroma pungente di mora, ribes, fragola e lampone. La sua componente lipidica è alta, ottima per l’avvicinarsi dell’inverno.


   Dopo un paio di pasturazioni preventive affronto lo spot per appena tre o massimo quattro ore di pesca. Nella prima sessione, dopo mezz'ora di pesca, una delle due canne, innescata con un omino di neve 15-20mm, parte arrogantemente. Prendo la canna e non posso far altro che dare filo al pesce che ne ruba parecchi metri per poi slamarsi.
   Rimango amareggiato dato che sta per arrivare il momento di smontare, ma parte l’altra canna su cui ho deciso di azzardare un innesco naturale, un bel lombrico accoppiato ad un buon method, il quale sprigiona note carnose con una forte impronta di fegato, veramente irresistibile. 


   Si rivela un accoppiata vincente. Il pesce parte arrogante come il precedente in direzione dello stesso punto maledetto, ma riesco a forzarlo e dopo un combattimento emozionante la porto a guadino. Foto di rito e rilascio immediato. Ci vediamo alla prossima!


Matteo Diodati