martedì 11 giugno 2013

La rivincita dei canali


a cura di Matteo Diodati


Poco fuori dalla mia provincia, un piccolo canale raccoglie le acque di tutti i fossi di scolo provenienti dai campi irrigati e da tutta quella zona che secoli fa, prima di essere bonificata, era molto paludosa.
Fin da piccolo ero a conoscenza della grande quantità di pesci contenuti in questo piccolo ma vivo corso d' acqua, dato che con mio padre spesso mi cimentavo nella pesca al luccio e con la bilancia.
Da qui poi gli anni sono passati e le mie attenzioni si sono rivolte a ben altri posti, dando per scontato che le belle carpe che siamo abituati a ricercare noi carpisti, non potessero vivere in un ambiente tanto piccolo.




Una mattina a lavoro, chiacchierando con Luigi, un signore anziano pescatore di vecchia data, che vive nei pressi di un tratto del canale, vengo a sapere della presenza di alcune grosse carpe.
Ascoltare i vecchi mi è sempre piaciuto fin da piccolo perché il modo con cui raccontano le cose, con la visione di tanti anni fa, e lo stile misterioso di chi era abituato a sentire molte leggende prima che la scienza spiegasse tutto, mi ha sempre affascinato.
Nella mia mente questi racconti hanno alimentato, come in un bambino, la fame di scoperta. Così a breve mi sono diretto verso le zone più basse del canale, in cui le acque più profonde, potevano garantire un ambiente adatto alla vita delle grosse carpe.


fasi di osservazione e pasturazione


Arrivato non senza problemi, nella zona idonea alla mia pesca, ho iniziato ad osservare con pazienza possibili movimenti del pesce, che in ambienti di così piccole dimensioni tradisce facilmente la sua presenza. 
Sono riuscito a chiedere informazioni ad alcuni pescatori del posto, i quali preparavano un bel fritto catturando piccoli pesciolini col galleggiante. Come immaginavo hanno subito cercato di scoraggiarmi e di indirizzarmi da altre parti ma questo era proprio ciò che volevo sentirmi dire. Certi anziani, che hanno vissuto per anni quel luogo, dimostrano una forte gelosia. Non possiamo biasimarli, basta pensare ai nostri spot segreti. Faremmo la stessa cosa.
A questo punto ho raggiunto a piedi la parte finale del canale, zona in cui si getta in un fiume dopo un piccolo sbarramento. Da qui ho iniziato a pasturare risalendo per 500 metri a monte con circa 5 kg di boilies self made molto nutrienti e complete a livello alimentare.
Sapevo che in un ambiente così piccolo, dove la fonte di cibo è limitata, una carpa di grosse dimensioni si sarebbe subito accorta del mio cibo. Ho voluto lanciare poca esca in modo che le carpe si potessero abituare gradualmente al nuovo alimento, ovviamente palline di buona misura.


cibo naturale o artificiale?...eterno dilemma


Risalendo ho raggiunto un gruppo di alberi sulla sponda che coprivano un bel pezzo di acqua e costituivano una buona zona di riparo. Se fossi stato una grosso pesce mi sarei infilato proprio li dentro ed infatti dopo alcuni minuti di osservazione solo grazie all'udito ho percepito la presenza delle carpe. Un rumore che ricordavo molto bene arrivava da alcuni metri alla mia sinistra dalla riva opposta. Non era altro che una bella baffona che succhiava i fichi a galla.
Immediatamente mi sono accorto di quanto l'esperienza mi abbia ben condotto in tutti quei metri di canale.
Con un pensiero di iniziale soddisfazione ho finito di lanciare le mie palline e sono tornato verso casa, immaginando di agganciare all'amo quella bella carpa appena vista.



...fine prima parte...



















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