domenica 22 settembre 2019

Ridurre le slamate



testo e foto di:   Matteo Diodati

Vorrei discutere questo importante argomento e fare chiarezza su quali siano le cause che ci portano spesso e malvolentieri a perdere un pesce.


La Canna

Ho sempre visto andare di moda canne molto potenti, dagli alti libraggi ma pochi carpisti che le abbiano sapute sfruttare. In più ho visto slamarsi molti pesci a causa della troppa potenza della canna. Personalmente con una 3 lb 10 piedi trovo un giusto compromesso contro le potenti sfuriate delle carpe di fiume. Ed è anche tutto molto più divertente. Quindi calcoliamo sempre qual’è la priorità da chiedere alla nostra canna: se lanciare lontano, forzare il pesce vicino ad ostacoli o semplicemente guidarlo senza problemi dentro al nostro guadino.



Il Mulinello

Non voglio dare enorme importanza a quest’ultimo. Va da se però che deve avere un buon rapporto di recupero, una frizione ben funzionante e una periodica manutenzione. Personalmente non amo i modelli baitrunner. Quando ferro voglio che sia la mia mano a modulare la frizione in primo luogo, poi userò l’apposita rotella non appena avrò capito cosa ho in canna. Voglio aggiungere che è fondamentale regolare bene la frizione dopo aver posizionato la canna in pesca. Personalmente in passato ho perso pesci per aver stretto troppo o troppo poco la frizione. Per esempio vicino ad ostacoli stringetela bene ma stazionate accanto alle vostre canne per una ferrata immediata. Al contrario, lasciate libero il pesce di farsi una bella partenza e sfogare le sue energie.

Monofilo/Trecciati

Qui troviamo due mondi diversi. Da anni va molto di moda la treccia, più duratura, resistente e con ottimo rapporto diametro/carico di rottura, ma personalmente la utilizzo solo quando mi trovo di fronte al long range o a grandi masse di alghe o vegetazione. Per me il monofilo resta per la maggior parte delle situazioni la prima scelta perché resistente contro le grosse e taglienti pietre sia in fiume che in lago. In più ammortizza in maniera esponenziale le fughe dei pesci rispetto al trecciato.


Piombi

Ho assistito svariate volte, in acque limpide, all'abboccata di un pesce. Posso dirvi immediatamente che un piombo che non scorre è il primo motivo di una slamata perché il pesce lo userà come contrappeso per sganciarsi violentemente l’amo dalla bocca, provocandosi oltretutto un taglio.
Il piombo perciò deve sempre essere libero se possibile e il suo peso minimo, ovviamente a seconda della situazione di pesca. Con necessità di grosse zavorre per la corrente ne useremo uno più pesante ma a perdere. Per quanto riguarda la forma, tutto va in base a l’esigenza di lancio o al tipo di fondale. Ovvio che una forma ad ogiva ci aiuta a lanciare più lontano e una forma a piattello sprofonderà meno su di un letto di melma.

Amo

L’amo resta per me la cosa più importante di tutta l’attrezzatura. Utilizzateli di ottima scelta e non badate a spese. Controllate continuamente la loro punta ed appena non bucano più come in principio sostituite il terminale. Al di la del filo più o meno spesso o la presenza dell’ardiglione, secondo me dobbiamo concentrarci sulla forma. Io utilizzo ami dalla forma curva classica, con ardiglione e spesso anche la punta leggermente rientranti. Questo tipo di amo buca al momento giusto, cioè quando l’amo, in prossimità del bordo del labbro inferiore della carpa, ruota e penetra perfettamente. Ho usato spesso ami a gambo dritto e punta dritta i quali bucano appena trovano appiglio ma attenzione perché se bucano troppo all'interno della bocca, tendono a tranciare la membrana del povero pesce il quale, oltre a sfuggirci, se ne andrà con un grave danno al suo apparato boccale. Preferisco perdere un pesce in più senza allamarlo che perderne uno lasciandogli un grave danno in bocca. Con ciò penso anche che non sia l’ardiglione a recare danno ma molto spesso la forma errata dell’amo, per citare un esempio, il vecchio serie 5 di Fox, per me è altamente lesivo.


Gli Inneschi

Voglio spezzare una lancia contro gli inneschi di piccole dimensioni. Spesso ho selezionato pesci di grosse dimensioni con essi ma soprattutto il loro scarso volume ha permesso all'amo di lavorare bene all'interno della bocca. Una innesco grosso, specie se in periodi dell’anno più freschi, in cui il pesce non mangia proprio così convinto, metterà a rischio la nostra allamatura. Credetemi, quando le partenze sono rade poi, c’è da mangiarsi le mani per aver ecceduto con il diametro delle nostre boilies.

Il Combattimento

Ho visto molte volte forzare i pesci senza reale motivo, come se il pescatore fosse in ansia di portarlo prima possibile a guadino. Godiamoci il combattimento se non siamo prossimi a degli ostacoli e permettiamo al pesce di stancarsi con calma. State molto attenti anche nel momento di guadinare soprattutto da soli perché spesso c’è la tendenza a non lasciare abbastanza filo al pesce. La canna deve essere inclinata posteriormente, cioè oltre la linea verticale ipotetica che va tra noi e la cima della canna cosi che, la preda, possa essere trascinata adeguatamente all'interno del guadino.



Spero di esservi stato di grande aiuto e che la fortuna sia con voi. Aggiungo che portare a guadino il 100% dei pesci è impossibile ma ricordate che "tendere alla perfezione" è il motto dei vincenti.

Matteo Diodati


domenica 3 marzo 2019

Stalking Time


testo e foto di:  Matteo Diodati



   La primavera è finalmente alle porte e la voglia di andare a pescare è alle stelle. Ci troviamo a cavallo tra febbraio e marzo, periodo in cui le temperature diurne sono in notevole risalita, il che, porta il pesce a ricominciare le sue abitudini alimentari soprattutto per prepararsi al periodo di frega.

La carpa ha un ottimo apparato visivo, quindi usare la vegetazione come riparo è basilare.


   Personalmente, negli ultimi tempi, ho cominciato ad apprezzare molto un tipo di pesca che permette di ottimizzare il poco tempo a disposizione e che rende l'azione di pesca molto emozionante. Già in passato mi ero cimentato nello Stalking, in particolar modo quando, in determinati posti, mi ero reso conto che non aveva senso passare giorni interi o notti per catturare. 

   Meglio un 1 di pesca nel punto giusto che 12 in quello sbagliato. Quante volte abbiamo pescato per portare da noi il pesce anziché andare noi a ricercarlo?

   Questo è un concetto che ho sposato, in primis per il poco tempo rimasto da dedicare alla pesca, in secondo luogo perché non mi va di sprecare tempo ad aspettare, preferisco un approccio dinamico.

   Ho ridotto la mia attrezzatura al minimo ed ho iniziato a spostarmi lungo le sponde dei corsi d'acqua vicino casa. Non dobbiamo dimenticare mai quanto sia importante l'osservazione e il pattugliamento dei nostri luoghi di pesca.

Ottimo luogo per una passeggiata e magari anche una cattura.


   Ritengo fantastico arrivare a tre passi da una nostra eventuale preda, con piede felpato, nascosto tra la vegetazione, completamente mimetico ad ammirarla con un buon occhiale polarizzato. 

   Lo step successivo è poi cercare di insidiarla con una canna appropriata ed un esca appetitosa. Vedere il pesce aspirare l'innesco, dopo un perfetto lancio sulla sua traiettoria di alimentazione, è estremamente emozionante, per non parlare del combattimento che ne consegue.

Ambienti "small" ma carpe non proprio "small".


   Amo camminare leggero con soltanto l'attrezzatura essenziale, ed ho capito come con questa strategia di pesca sia possibile catturare pesci di taglia e smaliziati, pesci che si alimentano solo in determinati punti, dove, con attrezzature tradizionali non riusciremmo neppure a pescare.

Un pesce portato dall'ultima piena in un piccolo spot di fiume

   Dedichiamo più tempo alla perlustrazione dei luoghi, anche quelli più vecchi e scontati. Le piene dei fiumi rimodellano il greto e spostano i pesci da piane più alte a piane più basse, soprattutto in un corso d'acqua come l'alto Serchio ed i suoi piccoli affluenti.


Matteo Diodati