Siamo giunti alla metà di giugno e con il caldo che comincia a farsi sentire in maniera stressante, decidiamo di abbandonare le numerose cave della nostra zona e di concentrare l'azione di pesca sulle sponde del nostro amato fiume: il Serchio.
Nonostante la grande carenza idrica di questi periodi, rimane il fiume toscano con la maggiore portata d'acqua, grazie ai numerosi affluenti che lo alimentano provenienti dalle alpi Apuane, una delle zone più piovose della penisola.
La nostra esperienza ci porta a immergere gli inneschi in uno dei primi sbarramenti artificiali situato a 30/40 km dalla foce, dove ovviamente il fiume cambia il suo aspetto, passando dai grandi rasai a zone di acqua ferma e più profonda.
L'approccio è semplice: poche palline di buona misura intorno all'innesco, possibilmente ben digeribili e senza parte liquida (al massimo qualche sola goccia di olio essenziale); per quello che riguarda il lancio, il senso dell'acqua ci aiuta e optiamo per la sponda opposta dove il movimento di alcuni esemplari ci segnala la loro presenza.
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Vi assicuriamo che il fiume Serchio può regalare grandi emozioni, e anche pesci dalle dimensioni inaspettate. Se decidete di affrontarlo non sottovalutatelo, ancorate i vostri rod-pod e preparatevi ad ascoltare partenze da Formula 1.
Diodati Matteo e Baroni Claudio
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