mercoledì 24 giugno 2015

Una notte da "PAURA"

testo e foto di    Diodati Matteo


Siamo in pieno giugno ed è un periodo molto produttivo per noi del team. Dopo varie sessioni di gruppo con i miei inseparabili compagni, mi trovo da solo a partire per una notte “lampo“ infrasettimanale. Si tratta di un mercoledì caldo ma umido e piovoso, infatti le previsioni annunciano forti temporali già dalle prime ore della notte. Non che il meteo invogli a partire per una sessione lampo in solitaria, ma so che ho di fronte una notte super produttiva.
Raggiungo la cava prima di sera e mi metto in pesca rapidamente dato che ho già minuziosamente preparato tutto; i miei inneschi forniti di presentazione ad "omino di neve" sono già in ammollo da alcune ore, e gli "stick" ripieni di una mia personale miscela attrattiva, riempiono un barattolo dove ne ho preparata una bella scorta.
Ormai conosco bene lo spot ed appena armate le canne, lancio e pasturo senza indugi ripetendo fasi identiche alle sessioni precedenti nelle quali ho sempre avuto successo.
Preparo una buona ma leggera cena e dopo una breve lettura e qualche messaggio inviato agli amici, i quali mi danno un "in bocca alla big", a cui rispondo con un "abbocchi", mi corico nel sacco a pelo e cado rapidamente nel mondo dei sogni.

Una bella e memorabile doppietta, ma che fatica in solitaria!

Mi svegliano tuoni e lampi che rapidamente si avvicinano a me sempre di più. Eccoci, questo è il momento in cui, noi tutti, iniziamo a domandarci: ma come ci è venuto in mente di venire a pescare?
Nel giro di pochi minuti, sopra di me si abbatte una tempesta d' acqua spaventosa, tanto da mettere a dura prova la tenuta della mia tenda, la quale si impregna talmente tanto da fare acqua da tutte le parti.
Mi faccio coraggio, non è la prima volta, anzi ormai mi ritengo un veterano degli acquazzoni da quanti ne ho presi. Guardo l' orologio il quale segna appena le 23,30.
Per fortuna la bufera lentamente si allontana e rimane una fitta pioggerella che fa scaturire in me uno stato di attesa, forse guidato da quel senso in più che noi carpisti abbiamo, quello dell' "acqua".

La prima e più bella cattura della sessione...che lotta!

Non passa molto infatti, la sensazione è giusta e me ne accorgo immediatamente;
uno dei segnalatori esplode come impazzito con il suo suono magico; io mi catapulto fuori sotto la pioggia, ferro ed inizio la lotta contro un pesce sicuramente di buona taglia, il quale non vuole saperne assolutamente di farmi avvolgere filo sulla bobina del mulinello. Dalla mia destra si sposta completamente dal lato opposto andando a cercare rifugio dietro ad un grosso tronco; ci riesce dato che anche forzando al massimo le mie 3,5 lb non riesco ad avvicinarlo di un metro a me. Fortunatamente mi sono premunito con uno shock leader dello 0,70 mm il quale sfrega costantemente contro gli ostacoli, catapultandomi profondamente in quello stato di ansia che raggiungiamo quando siamo consapevoli di poter perdere il pesce e ad ogni minimo strattone mi aspetto che la lenza ceda o il pesce si slami.


Mela, una famigerata specchi della cava dalla livrea magnifica; anche lei ha voluto rendere la notte indimenticabile!

La fortuna mi assiste, infatti dopo secondi che sembrano interminabili, la carpa si stacca dagli ostacoli e finalmente la sento cedere, ne approfitto quindi per avvicinarla a me il più possibile e dopo diverse fughe sotto riva riesco a portarla in superficie e ad accendere la mia luce da testa.
Sono attimi di stupore, mi accorgo subito di avere in canna uno dei più grossi esemplari che abitano la cava e mi appresto così a mettere il pesce in sicurezza all' interno del guadino.


Con delle livree così si resta sempre tra sogno e realtà!

Non riesco a fare in tempo dato che un altro segnalatore inizia a suonare all' impazzata e mi ritrovo di botto con un pesce nel guadino e un altro in canna. Sono attimi concitati di duro sforzo ma alla fine porto a guadino anche la seconda carpa che adesso fa compagnia a l' altra.
Fantastico, che bella doppietta!!!


La piccola della coppiola


Appena il tempo della foto di rito e il rilascio, quando l' unica canna rimasta in pesca parte a tutta forza sotto la pioggia incessante; nel giro di 15 minuti mi sono ritrovato con 3 pesci a guadino e le canne che devono essere adesso rilanciate. Incredibile penso, ho beccato la notte perfetta.
Il tempo di rilanciare le canne e la sequenza si ripete, per tutta la notte.




Porto a guadino l' ultimo pesce quando ormai sta facendo giorno. Una notte bagnata e praticamente insonne...ma quante soddisfazioni!!! Una notte così non capita spesso, per lo meno nelle nostre acque...se sappiamo però leggere il meteo tutto è possibile.


Matteo Diodati

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