Ci stiamo addentrando nella stagione invernale in cui spesso è facile tornare a casa da una sessione di pesca con una bella batosta sulle spalle, senza essere arrivati a capire il perché del nostro insuccesso; parliamo chiaro, quali possono essere principalmente i reali motivi?
1- il raffreddamento repentino delle acque di pesca;
2- il calo di appetito del pesce per conseguente rallentamento del suo metabolismo;
3- l' utilizzo di una boilie inadeguata a tali condizioni;
Secondo me, la 3a ipotesi è la più veritiera e l' unica su cui possiamo andare a cercare di cambiare le carte in tavola. Per chi ha fatto un minimo di chimica infatti, non è difficile capire che l' unico solvente importante non si trova dentro la boilie, pronto a far fuoriuscire l' aroma che ci regalerà l' attrazione della carpa dei nostri sogni, ma si trova proprio all' esterno della boilie e si tratta dell' acqua.
Parliamo un po' di chimica. Il comportamento di solvente dell'acqua è determinato dalla polarità della sua molecola: quando un composto viene disciolto in acqua (prendiamo in esempio la boilie), viene circondata dalle molecole di acqua, le quali si inseriscono tra una molecola e l'altra, indebolendo l'attrazione tra gli ioni e rompendo così la struttura. Ogni ione si ritrova quindi idratato (pensate all' aspetto della boilie dopo un bagno in acqua di molte ore) ed è con questo procedimento che aromi, dolcificanti e le altre componenti del mix, vengono trasferite nell' acqua e possono quindi iniziare al loro azione. Sappiamo bene che non succede la stessa cosa con aromi a base di olio ed oli essenziali, infatti le sostanze ioniche polari come acidi alcoli e sali sono abbastanza solubili in acqua, ma non lo sono le sostanze non polari come grassi e oli. Sappiamo anche che un fattore fondamentale per l' idratazione della boilie è la temperatura dell' acqua ed è questo il grosso problema da andare a combattere e adesso vedremo come.
In poche parole, l' arma vincente per questo tipo di sessioni, non sarà raddoppiare le dosi dell' aroma come fanno i molti convinti che la propria esca esploda come una bomba sul fondale attirando carpe a go-go, ma andando a cambiare la struttura interna delle nostre boilies, ricordando anche, che la parte liquida che andremo ad inserire, diverrà solida subito dopo il periodo di essiccazione delle "palline" e che quindi necessiterà di un nuovo cambio di stato da solido a liquido compiuto dall' acqua.
Confronto tra una boilie secca e una dopo alcune ore di immersione, entrambe di medio-grossa granulometria.
Guardate quanto è riuscita a rilasciare; quante boilies ready made rispondono così?
arrivati a questo punto?
Mi pare semplice ma se non ci siete arrivati ve lo dico io: dobbiamo velocizzare al massimo questo passaggio di stato da solido a liquido, rallentato dalla bassa temperatura dell' acqua. Bastano poche ma importanti accortezze; vediamole:
1- usare un mix con poche farine leganti e ricco invece di farine grossolane e sleganti che permetta comunque sia la rullatura;
2- inserire nel mix una buona percentuale di sementi che aumenteranno il processo di idratazione;
3- rullare possibilmente palline di piccolo diametro data magari la scarsa attività della minutaglia a queste temperature;
4- essiccare la boilie per almeno 10 giorni provocando così una volta in acqua un effetto "spugna" ;
5- dippare per pochi minuti, massimo un ora la nostra boilie da innesco con un dip a base alcolica;
6- lasciar lavorare più tempo possibile la nostra esca in acqua andando a rilanciare solo in casi di dubbio incaglio o presenza di minutaglia;
Io credo che questi 6 punti siano fondamentali per la pesca invernale o per tutte le situazioni in cui le temperature dell' acqua siano particolarmente basse (dai 12 gradi in giù). Vi assicuro che rispettando queste 6 regoline, potete fare la differenza e regalarvi delle grandi soddisfazioni quando ai vostri colleghi, le sessioni stanno regalando caldi e pesanti "cappotti".
Diodati Matteo
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