venerdì 25 agosto 2023

Il giardino segreto

Testo e foto di Matteo Diodati


Attraverso incantato la radura che porta al lago; alcuni conigli selvatici fanno capolino, poi fuggono nei loro sentieri al di sotto dei rovi. Odore di pollini, è primavera!



Molti uccelli: due coppie di poiane volteggiano, un airone si è posato su di un tronco in acqua e attende la sua preda; il martin pescatore cattura gambusie e se le gusta da sopra un ramo. Pure la ghiandaia, uccello tra i più timidi, abituale del fitto bosco, si affaccia sullo specchio d’acqua. Di sicuro questo luogo è in pace; non ci sono tracce del “nemico” umano; la natura qui la fa ancora da padrona e pure i pesci si fanno vivi con salti e bollate.


Raggiungo la riva e preparo rapidamente i “ferri” del mestiere. Fra poco farà notte; sono uscito di corsa da scuola, ancora stordito dalle urla dai bambini a cui insegno educazione fisica. Niente di meglio di tre ore di pace assoluta.

Il fondale è molle e poco compatto tranne in un punto; nelle uscite successive questo produrrà quasi tutte le mie catture.



Va giù il sole ed io indosso cappello e cappotto. Apro il termos e mi verso un po’ di tisana calda. Che silenzio! Da molto non passavo qualche ora in un posto così. Solo a tratti riesco a udire l’autostrada, stupendomi perché è davvero lontana da li.

È quasi completamente buio, il freddo si fa sentire: è un marzo fresco ma l’acqua è già ad una temperatura discreta. Ho letto che esporsi al freddo ha effetti positivi sul nostro organismo, e lo riconosco. Il caldo invece non lo sopporto.



Sento un fruscio. Il sole è tramontato da un pezzo ma ancora c’è un filo di luce. Un grosso capriolo è dietro di me. Si sta avvicinando per abbeverarsi allo specchio d’acqua, poi però mi nota e fugge spaventato emettendo il suo caratteristico “abbaiare”. Che emozione!

***

Non dimenticherò mai il primo giorno su quel piccolo specchio d’acqua; ci sono tornato più volte ed ho rinnovato la consapevolezza che ogni ambiente, anche il più piccolo, può avere molto da insegnare. Le catture, infatti, sono state sudate e solo dopo un po' di test e di studio si sono concesse.



Ora mi trovo al riparo dietro alcuni rovi e posso scorgere la volpe sulla riva opposta che effettua il suo giretto quotidiano all’imbrunire. Nel frattempo, la minutaglia mi fa impazzire con continue toccate all’innesco. Gli alberi iniziano a sfoggiare le loro foglioline mente il vento fresco le accarezza.

Una mattina inizio a scorgere delle mangiate a galla ed è così che inizio a cimentarmi nella pesca di superficie con pane ed altre esche galleggianti. Nulla di più divertente. Non lo avrei mai detto in un lago naturale, ma inizio a prendere più in questo modo che nella classica pesca a fondo.



Carpe regine e anche qualche bella specchio si fanno portare a guadino ma solo dopo discreti combattimenti (uso una 9 piedi con lenza madre dello 0,25).

Che dire, posto super selvaggio, pesci combattivi e dalle livree niente male, in un ambiente che conoscevo da vent’anni ma avevo snobbato mirando a mete più blasonate e ricche di pesci grossi.

Perché partire per mete lontane, quando nemmeno conosciamo gli angoli più segreti del nostro giardino?