Testo e foto di Matteo Diodati
Quante volte siamo tornati da una sessione deludente senza avere ben chiari gli errori commessi, oppure partiti senza aver messo bene a fuoco la situazione?
Per raggiugere il massimo del successo dobbiamo considerare tutte la variabili possibili che possono caratterizzare un uscita di pesca lunga o corta che sia; voglio perciò riassumere quali siano, a mio avviso, tutti gli step necessari per dare il massimo e lavorare sulle nostre eventuali carenze.
Sottolineo che le percentuali di questo grafico sono puramente generiche e devono essere regolate in base alla situazione di pesca.
Senso dell'acqua (50%)
Per senso dell'acqua si intende la capacità di saper leggere un luogo di pesca in modo più o meno veloce.
Consiglierei sempre un sopralluogo, anche di un posto che conosciamo ma non frequentiamo da tempo. Non deve mancare un occhiale polarizzato che aiuterà uno sguardo attento a cercare ogni minimo segnale che tradisca la presenza del pesce. Se conosco poco lo spot sarà utile anche un ecoscandaglio da lancio o un po' di "plumbing" per avere ulteriori informazioni su profondità, conformazione del fondale, temperatura ecc. Usiamo le tecnologie a nostra disposizione purché si sappiano interpretare i valori dei nostri dispositivi, e ricordate: un eco da lancio non ha la qualità di un eco da barca da duemila euro. L'esperienza accumulata negli anni poi forma quel bagaglio personale che ci porteremo sempre dietro e renderà il senso dell'acqua sempre più fine.
Chi scruta bene lo spot e trova la zona di alimentazione del pesce è già a metà dell'opera!
La scelta dell'esca è una cosa che manda in paranoia tanti carpisti!
Ho letto qualsiasi tipo di teoria riguardo al tipo di boilies da utilizzare, nessuna con fondamenti scientifici né test alla mano che possano confermarli. Non è un caso che mi senta più carente proprio sull'argomento "esca", semplicemente perché, per me, non è quasi mai fondamentale come molti credono (alcune eccezioni ci possono assolutamente essere). L'esca ovviamente deve contenere ingredienti sani, essere digeribile, differente a seconda della temperatura, magari farci evitare pesce di disturbo ecc. Deve sostanzialmente essere semplice. L'aroma conquista il pescatore, non il pesce.
Ricordiamo inoltre che non è la sola esca, e ve lo dice uno che negli ultimi anni di pesca usa sempre meno le "magiche" palline, raggiungendo, nel mio piccolo, risultati davvero pregevoli. Il pesce più pesante che ho preso negli ultimi dieci anni è partito sulle Tiger, per dirne una.
L'esca è un argomento importante e sicuramente può incidere a fondo nella nostra sessione. Si parla molto, oggi giorno, di boilies e delle centinaia di ricette ed ingredienti per produrle, ma siamo sicuri che il nostro focus non si stia concentrando troppo sull'esca?
L'innesco, con cui intendo anche il rig, è un altro pezzo da novanta per il successo. Ho sempre provato grande frustrazione nel recuperare una lenza e trovare l'hair vuoto; chissà da quante ore non ero più in pesca! Quindi un esca solida, protetta con uno dei vari dispositivi reperibili sul mercato o una fake baits (che funzionano, ve lo garantisco) è fondamentale, come anche il rig: che dovra essere già rodato, anti groviglio, dotato dell'amo giusto per la situazione e sempre acuminato, ma soprattutto deve essere semplice perché la semplicità paga sempre. Una cosa che deve essere assolutamente detta sull'innesco è che "le dimensioni contano": un'altra abitudine che ho imparato negli ultimi anni è che non è l'esca grande a fare il pesce grande ma spesso il contrario. Per me una venti millimetri innescata è già enorme!
Basta con quei rig che richiedono ore di preparazione e una quantità spropositata di accessori intorno all'amo!
Variabili ambientali (15%)
Qui si apre un altro libro: come potremmo pensare di pescare senza basarci sulle variabili ambientali?
Meteo, stagioni, luna e maree, piene, venti, limpidezza dell'acqua, Frega (Pre-Frega / Post-Frega) ecc. hanno un incidenza devastante sull'attività del pesce e capire quali sono i momenti più prolifici per affrontare certi luoghi di pesca è fondamentale. Chiaro che anche qui, gli anni di pesca sulla schiena aiutano e ci indirizzano tra le varie stagioni a preferire una diga rispetto ad un canale o un fiume rispetto ad una cava.
Approccio mentale (10%)
Altro campo importante: andate a pesca per rilassarvi o per catturare? Preparate bene le vostre uscite?
Ecco alcuni punti chiave che fanno parte della mia filosofia di pesca:
- Organizzazione del tempo e dell'attrezzatura;
- Pianificazione uscite e pasturazione;
- Raccolta ed elaborazione dei dati;
- Duttilità (capacità di adattarsi) nella sessione di pesca;
- Costanza e determinazione.
Attrezzatura e corretto utilizzo (4%)
Canna, mulinello, monofilo, nodi, il lancio, il combattimento, la lettura dell'ecoscandaglio, la pasturazione precisa ecc. ecc. sono tutte componenti che hanno la loro importanza. Inutile però avere materiale top di gamma se non sappiamo sfruttarlo per la carenza delle nostre doti tecniche o per luoghi dove tale qualità non è richiesta. Per questo ho voluto associare una piccola percentuale all'attrezzatura dato che non è quasi mai la sua estrema qualità che ci fa catturare il pesce dei nostri sogni; magari lo è invece un nodo ben fatto, la gestione di un difficile combattimento la quale può essere appresa solo dopo centinaia o migliaia di catture; la precisione e distanza nel lancio (ma tanto c'è il barchino); la precisione con cobra o fionda (ma tanto c'è il barchino ancora).
L'abuso della troppa tecnologia non ci permette di imparare realmente!
Variabili non prevedibili (1%)
Vorremmo avere tutto sotto controllo, programmiamo tutto alla perfezione e poi a pesca succede qualcosa che non avevamo previsto. Arriva un altro pescatore improvvisato, lancia a caso con le boilies più economiche su mercato e vi fa il pesce della vita sotto il naso. Il bello della pesca è anche questo, almeno una piccolissima percentuale resta al caso e spesso si tratta di quel famoso fattore "C".
Alla prossima!!!