martedì 13 novembre 2012

La Magia delle Cave



“bip….. bip……. Biiiiiiiiiip! CI siamo! 
Le scarpe, devo accendere la lampada...mille pensieri affollano la mia mente al richiamo di quel suono. È calata vicino a dei rami devo sbrigarmi…. Il freddo mi scorre nelle mani ma non me ne preoccupo, c’è!
Non la sento Matteo….. cerca salvezza nelle anse del lago...ora basta! 
Non posso perderla e comincio a forzare…… è grossa! Sento tutta la sua massa che oppone resistenza ma la calma mi è amica. 
È a guadino, vai Matte! 
Ed eccoci qua, con il pesce sul materassino e tutto è sembrato un bellissimo sogno, ma presto il freddo della notte d’autunno ti riporta alla realtà con l’ago della bilancia che segna il tuo record personale, e la cattura di un pesce tanto desiderato….
Facciamo un passo indietro, per cercare di capire la nascita di questa avventura.
Dopo una disastrosa avventura su uno dei grandi laghi del nord, che ci ha visto protagonisti in una bufera con vento a 100 km/h e una tempesta di fulmini epocale, molte notti sono passate in assenza di pescate e la voglia si fa sempre più grande. 
È ormai novembre inoltrato e decidiamo di affrontare una cava a noi familiare nella quale non peschiamo ormai da anni, cercando di portare a guadino esemplari non più catturati.


Il mio socio Matteo si reca sullo spot nel primo pomeriggio e allestisce il campo in attesa del mio arrivo; uscito dal lavoro con la macchina già carica passo da casa per una rapida doccia e mi fiondo sul lago.
Il  tempo di innescare e sono in barca pronto a calare, trovo un tratto di fondale libero e compatto, sgombra dal deposito di alghe…. Bingo! 
Mi piace e calo una pop-up ben ammollata di piccola dimensione e sacchettino con boiles spezzate e pellet al pesce. 


Siamo in pesca e l’ora di cena arriva insieme alla visita di un nostro compagno di pesca; davanti ad un bel fuocherello consumiamo una bella cenetta a base di tonno e fagioli. 
A nanna…… 
Il resto lo sapete già, ma non voglio trascurare un piccolo particolare ma non per questo poco importante!
Dopo il combattimento e le poche foto di rito, sono stati necessari 45 minuti di riossigenazione per dare tranquillamente la libertà al pesce, nonostante avessimo adottato tutte le precauzioni necessarie nel maneggiare un pesce così grosso…..


Per concludere e non essere retorico, torno a dire che maneggiare una big non è cosa semplice come possa sembrare, e sono necessarie mille attenzioni per la salvaguardia di un miracolo della natura, quale è una carpa di quelle dimensioni.
Ogni  carpa è frutto di sacrificio e degna di rispetto, grande o piccola che sia e ricordatevi che….. il carpfishing, è semplicemente pesca! 

Claudio Baroni

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