mercoledì 27 marzo 2013

Scatti sempre al TOP


...bastano pochi ma efficaci espedienti e le vostre foto avranno quel tocco in più...

La fotografia è una bellissima passione che come il Carpfishing si forgia su doti innate: riflessività, pazienza e studio.
Mi sono avvicinato fin da piccolo allo "scatto" come succede spesso, attratto dalla passione di mio padre, datato fotografo dilettante.
Ho iniziato con le oramai storiche "usa e getta", le simpatiche "Polaroid" ed altre, fino a cimentarmi nell' uso delle reflex digitali dopo un attenta consultazione di manuali professionali. 



molti dettagli abbelliscono la foto



La fine del rullino

Le sempre affascinanti foto scattate su carta impressionabile rispecchiano oramai solo una voglia di "retrò".
La tecnologia infatti avanza ed è sempre maggiore la necessità di condividere in modo multimediale i nostri scatti; non c' è poi paragone in quanto a prezzi di stampa ed attese e la comodità di vedere immediatamente il nostro scatto su di uno schermo ci permette di ripeterlo modificandolo a nostro piacimento.

con un pò di fantasia ogni foto è unica

Voglio ora parlare delle tipologie di foto che caratterizzano le nostre sessioni di pesca per darvi alcuni consigli e migliorare la vostra tecnica di scatto.


Foto paesaggi

Per cogliere belle foto paesaggistiche occorre prima di tutto trovarsi nel posto giusto al momento giusto perché spesso la bravura passa in secondo piano e basta cogliere la bellezza della natura attorno a noi; se poi aggiungiamo un tocco di stile la foto diventa unica.

fase di lancio al tramonto in una grossa cava

Le poche regole fondamentali che voglio darvi, ad esempio quando fotografiamo un tramonto, riguardano la simmetria della foto: inquadriamo nel mirino 1/3 di cielo e 2/3 di terra interponendo magari in basso il rod pod, sfruttiamo i riflessi e cogliamo più particolari possibili nella foto. 
Il soggetto non deve essere sempre centrato ma anche decentrato, in più provate sempre a scattare con diverse esposizioni e perché no con il flash il quale darà una magnifica lucentezza agli oggetti in primo piano.


Foto catture

Occorre un minimo di esperienza anche per fotografare una cattura. Consiglio sempre di fare uno scatto di prova specialmente di notte con il flash, successivamente è necessario inginocchiarsi e porre la fotocamera ad una distanza variabile compresa tra i 2/3 metri dal pesce per evitare di bruciare la foto con la potente luminosità del flash. 

 una buona inquadratura da parte del fotografo

Inoltre sarà fondamentale la simmetria, cioè porre pescatore e preda bene al centro del mirno, cercando di occupare tutta la foto ma senza tagliare nessuno dei due soggetti.
 Consiglio sempre vivamente di rivolgersi al sole e, nel caso di scatti contro luce, utilizzate sempre il flash per non perdere i dettagli della livrea del pesce.


Lunghe esposizioni

Quante volte avrete visto, su riviste e siti internet, scatti con lunga esposizione di tramonti o scenari notturni?
Vi spiego ora le poche regole fondamentali...
...selezionate un alto tempo di scatto, anche 30'' se scattate con veramente poca luce; è necessaria una reflex posta su di un cavalletto, ovviamente dotata di esposimetro, il quale calcolerà il tempo necessario per impressionare il sensore.

da inesperto mi chiedevo come fosse possibile

Dopodichè basterà attendere tutta l' esposizione, durante la quale potremo dare un tocco di "magia", come nella foto che precedente nella quale è stato mosso il segnalatore a simulare l' abboccata di un pesce.


Accessori fondamentali

Nelle sessioni in solitaria vengono a divenire fondamentali alcuni strumenti che con un po' di pratica ci renderanno grande aiuto.
Il cavalletto, ad esempio, con le sue molteplici regolazioni ci permetterà la massima adattabilità a tutti i terreni e sarà indispensabile nelle sessioni in solitaria per gli autoscatti oltre che per le lunghe esposizioni.


Il telecomando a infrarossi invece ci evita di dover prendere in mano i pesci in tutta fretta e semplicemente avremo la possibilità di scattare, in pochissimo tempo, molte foto in posizioni differenti afferrandolo semplicemente tra due dita mente solleviamo le nostre catture. 


Vorrei accennare due righe alla pratica del foto-ritocco, del quale non sono un grande amante ma che ritengo utile nei casi in cui le foto non siano al top a causa di scarsa luce o altri problemi di scatto; tendo quindi a lasciare le foto il più possibile naturali modificando solo i parametri legati all' esposizione come luminosità, contrasto e saturazione.



Credo di avervi sintetizzato in breve tutti i modi per migliorare i vostri scatti e colgo l' occasione per ricordarvi che non è la fotocamera di ultima generazione che fa la foto superba ma il fotografo interessato ed appassionato...
...un saluto a tutti e alla prossima.

Matteo Diodati

mercoledì 13 marzo 2013

PRESENTAZIONE con PIOMBO LIBERO

( prima parte )


di  Simone Bertoni

UTILIZZATA MOLTO PER LA PESCA IN MARE, APPLICATA 
IN DETERMINATE CONDIZIONI, QUESTO TIPO DI PRESENTAZIONE OFFRE RISULTATI ECCEZIONALI...

Il carpfishing, è sicuramente una tipo di pesca molto complesso in tutte le sue fasi di preparazione.
Questa complessità, fa si che vi siano numerose varianti da provare e sperimentare, le quali chi più chi meno, possono darci risultati diversi in determinate situazioni.
La nostra tecnica ha ricevuto molto dalle tecniche di pesca in mare specialmente nei primi periodi di cosiddetta formazione, e ancor oggi alcune situazioni che si vengono a creare possono essere affrontate in modo adeguato, applicando al carpfishing regole tipiche delle tecniche da mare.
Nel nostro caso vorrei parlare di un tipo di montaggio che in questi anni mi ha dato numerose soddisfazioni, ma soprattutto mi ha permesso di pescare anche in luoghi considerati inpescabili dalla maggior parte dei carpisti.





APPLICHIAMO RAGIONANDO

Vorrei iniziare il nostro discorso con questa precisazione credo d’obbligo: la sperimentazione nella pesca è una cosa fondamentale, se no lo stesso carpfishing non esisterebbe; ricordate quei due pescatori “PAZZI” che volevano pescare carpe mettendo l’esca fuori dall’amo! 
Vi sono alcune regole fondamentali da rispettare e la principale è quella di non mettere mai a repentaglio l’incolumità dei pesci e dell’ambiente, credetemi, non avrebbe alcun senso. Per il resto vale tutto purché resti nei canoni del carpfishing.
Quando io ho interpretato alla mia maniera quel tipo di acque difficili, utilizzando il piombo libero, non tutti sono stati cortesi con me e si sono sbizzarriti, inviandomi una serie dei più disparati tipi di insulto, che chiaramente non mi sento di ripetere, il tutto perché non ritenevano opportuno il mio tipo di intervento sul montaggio, dicendo che ne andava a discapito del effetto autoferrata, e che avere vantaggi da una parte per perderne dall’altra non aveva senso. 
Per me non era così e dopo qualche anno di esperienza e di prove, sono certo che questo sistema è una vera e propria garanzia di successo, che ora desidero condividere con Voi, rispedendo gli amichevoli insulti al mittente.





QUANDO E PERCHE’

Le classiche montature del carpfishing sono quelle che adottano un tipo di piombo bloccato, che si chiamino o in-line, bolt rig o elicopter rig ecc..
Questi tipi di montaggio, sono altamente autoferranti e si adattano ad ogni tipo di situazione di pesca, che sia essa a corta, media o lunga distanza. I vantaggi che danno sono molteplici e il fatto che da sempre sono utilizzate, ci invita a proporle in modo continuativo, ma esistono situazioni nelle quali questi montaggi non sono pienamente efficienti, e addirittura possono risultare fortemente penalizzati.
Poniamo l’esempio più classico: ci troviamo a pescare sulla sponda di un fiume con presenza di corrente e un importante scalino ad una quindicina di metri di distanza (comunque sia vicino la sponda) dalla nostra postazione. Come noi tutti sappiamo, la zona di pesca immediatamente sotto lo scalino, sarà altamente pescosa, vuoi per il deposito naturale del cibo portato dalle acque del fiume, vuoi per un tipo di pasturazione incentrato su questa situazione. 




Prima di continuare apro una piccola parentesi relativa ai fiumi.
Sappiamo che in un fiume con presenza di corrente, è assolutamente inutile andare a cercare zone di pesca molto lontane dalla sponda, perché una piccola accelerazione delle acque o la semplice apertura delle dighe a monte, potrebbero rendere inutile tutta la nostra opera di pasturazione preventiva effettuata nei giorni precedenti l’uscita. Questa regola avrà validità ancora maggiore se la nostra uscita di pesca non sarà preceduta da un’ opera di pasturazione preventiva, poiché sarà appunto in questo momento che si potranno sfruttare questi depositi di cibo naturale, e porre sopra di loro i nostri terminali.
Tagliare in due un fiume con il lancio e o con l’utilizzo della barca è assolutamente poco opportuno tranne che in pochissimi casi e condizioni. I terminali verrebbero trascinati altrove rispetto alle zone individuate da noi, e si finirebbe per andare fuori pesca; in più la corrente porta con se piccoli rami ( anche grandi talvolta), alghe o altre cose che possono impigliarsi nelle nostre lenze rendendoci la pesca un’ angoscia più che un piacere. 




Torniamo qualche riga a monte e riprendiamo il nostro discorso da dove l’avevamo lasciato, dicendo appunto che lo scalino ci dà notevoli garanzie. Pescare in uno scalino vicino alla riva però non è cosa così semplice come può apparire, specialmente se lo scalino è molto marcato. 
Vi siete mai chiesti quale sia la posizione della nostra lenza, al momento che si adagia sul fondale in prossimità di uno scalino? Vi è mai capitato personalmente di sentire una partenza, di ferrare e trovare il vostro filo tagliato di netto come fosse stata una forbice? O ancora vi è capitato talvolta di riuscire a ferrare in modo adeguato una carpa, e dopo averla tenuta per qualche momento vederla prendere il largo a causa di una netta rottura del filo? 
A tutte queste situazioni c’è una spiegazione pratica: il nostro filo messo in tensione, e con il peso del piombo, crea un angolo molto marcato rispetto allo scalino sottostante, e su questo influisce in maniera inversamente proporzionale l’altezza della sponda dalla quale si pesca. 
Nella fase statica il nylon non è sollecitato, e non viene assolutamente intaccato, mentre tutto cambia nella fase attiva ossia al momento in cui il pesce abbocca alla nostra esca ed inizia la sua opera di fuga.
La fase dell’abboccata, come tutti sappiamo, avviene prima con l’individuazione del cibo, successivamente il pesce si avvicina aspirando la nostra esca, e qui a questo punto entra in funzione il nostro piombo fisso, che facendo da contrappeso provoca il tanto agognato effetto autoferrata. 
In questo momento la carpa viene perforata profondamente dal nostro amo, ed è questo il punto cruciale da analizzare.




Prendiamo in considerazioni i tempi di reazione nostri e del pesce. Come possiamo ben immaginare, in queste fasi il pescatore è costretto ad inseguire e si trova in una posizione di svantaggio nel combattimento. I primi movimenti appena successivi l’abboccata sono i più frenetici, e nel momento in cui noi interveniamo sul pesce ferrando e prendendo la canna in mano, la nostra carpa avrà già fatto abbastanza movimento per porci in una situazione di pericolo, inteso come possibile rottura. 
Una carpa punta, ( come si dice in gergo) istintivamente cerca come prima cosa il fondo, zona nella quale spesso e volentieri vi sono oggetti o piante che possono essere utilizzate come rifugio. 
Quindi abbiamo compreso che nel 90% dei casi una carpa bucata in modo deciso dalla nostra montatura fissa, avrà una reazione scomposta. 
Successivamente, trovato il fondo, effettuerà fughe repentine mantenendo la solita profondità e a questo punto noi ci troveremo di fronte a due possibili situazioni : la prima è che riusciamo a staccare in modo adeguato il pesce dal fondo, nella speranza che il filo non sia già troppo rovinato, prendendo così in mano le redini del gioco; la seconda è quella che si verifica nella maggior parte dei casi ossia che la carpa abbia rovinato a tal punto il filo da potersi liberare agevolmente. 
Come possiamo riparare a questa situazione che ci vede del tutto sfavoriti? La mia risposta è molto semplice ed ampiamente motivata: si costruirà una montaura a piombo libero, e vediamo perché.



fine prima parte...


mercoledì 6 marzo 2013

STOP agli Strappi


Parliamo con questo articolo di tecnica: 
come, dove e perchè utilizzare Shock o Snag leader ?

Tutto nasce dalla tecnica del Surfcasting, dove la necessità sempre maggiore di raggiungere grandi distanze, portò all' utilizzo di piccoli monofili in bobina, i quali necessitavano di un “parastrappi” che consentisse loro di reggere a potentissimi lanci come il “pendulum”.

Successivamente, ad usufruire di tale accorgimento tecnico, furono i praticanti del carpfishing: era possibile in questo modo raggiungere spot molto lontani e in un secondo momento avere anche una marcia in più nelle fasi di recupero del pesce tra gli ostacoli.

un lancio diretto a pochi centimetri dalla sponda opposta

Shock leader

Lo “shock leader” ci interessa principalmente per la distanza su lancio e generalmente viene utilizzato un nylon di buon diametro ( 0,45 / 0,60 ) legato sulla lenza madre spesso assai più piccola; sconsiglio vivamente un trecciato il quale in fase di lancio può risultare pericoloso per i polpastrelli delle vostre dita; per quanto riguarda invece la lunghezza, sarà più che sufficiente che sia lungo due volte la canna.

Snag leader

Lo “Snag Leader” nasce invece per altri motivi, ovvero per tutte quelle situazioni in cui è fondamentale proteggere gli ultimi metri del nostro “inganno” da ostacoli di vario genere.
Andremo ad utilizzare il nylon nelle situazioni in cui avremo a che fare con ostacoli molto taglienti come per esempio cozze, pietre ed ogni altra cosa adagiata sul fondale anche di origine urbana; non è più insolito infatti trovare sul fondo di molte cave rottami di auto, moto e molti altri resti metallici affilati i quali ci limitano se non addirittura vietano di calare le lenze in determinati spot.
Sono invece tutt' altre situazioni quelle in cui andremo ad adoperare snag in treccia di medio e alto libraggio, ovvero quando ci imbatteremo in fondali ricchi di vegetazione di molteplice tipo; è oramai risaputo quali sono le grandi doti dei trecciati nel tranciare di netto ogni alga, pianta o radice dal fondale, permettendoci un recupero molto più sicuro del pesce.
Calando le lenze da un imbarcazione perciò non avremo problemi ad utilizzare uno snag di lunghezza superiore ai 20 metri, il quale ci permetterà, specie nei grandi laghi, di lottare con agevolezza con il pesce tra alghe e ninfee.

un combattimento in fiume tra massi e rocce

I Nodi

Per ultima cosa, ma non per importanza, sarà necessario un nodo ad alta tenuta ma che permetta sopratutto la buona fuoriuscita dagli anelli della canna al filo, onde evitare “sonore” rotture in fase di lancio.
Il nodo è come una garanzia per catturare, perciò alleniamoci bene se siamo dei principianti e ricordiamoci di ricontrollare ad ogni sessione la tenuta di essi; è davvero deprimente perdere una cattura per un nodo che non tiene.
Per quanto riguarda le tipologie di legatura ecco alcuni nodi:

Green Leader (o nodo uni )
per congiungere due nylon di diametri differenti


Albright
per congiungere lenza madre in treccia fine con grosso nylon



Nodo di Sangue
per unire due lenze con diametri simili



In poche semplici righe ritengo di avervi dato delle buone dritte su come comportarvi con "shock" e "snag" e ricordate: 
è matematicamente impossibile portare a riva il 100% delle vostre catture ma è possibile rendere le rotture il più rare possibili.
In bocca alla BIG !!!

 Diodati Matteo