lunedì 8 novembre 2021

Il lago Sloveno di Mola


Testo e foto di Matteo Diodati


   Pioggia a catinelle e aria pungente. La giornata autunnale di oggi mi riporta alla mente giorni di pesca ormai lontani, ma rimasti impressi nel mio cuore di pescatore. Eravamo in un lago immerso nei boschi della Slovenia occidentale, un posto sicuramente meno gettonato rispetto ad altri blasonati laghi Sloveni. Un lago dove però la pace, la natura e le meraviglie che contiene, va oltre la carpa over.




La Slovenia è un paese che conta poco più di due milioni di abitanti; non sfiora minimamente la popolazione di una città come Roma, ma ha una superficie geografica grande come la Puglia. Vi sono poche grandi città, infatti metà della popolazione vive in aree rurali.






Per chi non lo sapesse, la Slovenia è un piccolo paradiso naturale con molte aree ancora incontaminate e un'idrografia eccezionale. Troviamo infatti fiumi come l'Isonzo, la Sava, la Drava, la Kolpa, e laghi famosi come il famigerato Bled, ma anche 
Šmartinsko e Vogrscek, giusto per citarne altri.






   l Lago di Mola fu creato nel 1979 con lo scopo di regolare il livello delle acque del fiume Reka, arginando il torrente di Molja. La circonferenza del lago supera i 10 chilometri. Si tratta di un’ottima meta per tutti coloro che amano le attività all’aperto, in un ambiente naturale tranquillo. È un luogo famoso anche per la pesca sportiva di grandi predatori come il persico, il luccio e la Sandra.






 Siamo alla fine di un maggio piovoso e caratterizzato da temperature sotto la media. Il nostro obiettivo e quello di anticipare il periodo di frega ma la fortuna non ci assiste. Azzecchiamo però la postazione giusta, in quanto quasi tutto il pesce del lago si trova in un’ansa vicino a noi, anche se troppo distante e circoscritta per potervi
 depositare più di due lenze.





Ci troviamo nel pieno di un nubifragio, piove da settimane e continuerà per tutta la nostra sessione di pesca. La prima notte passa tranquilla, poi nelle prime ore del mattino successivo, arriva il primo pesce per Matteo. La situazione sembra ottima; adesso ci aspettiamo che il pesce sia entrato in pastura e le catture inizino a ripetizione, ma invece passano quasi 48 ore di silenzio. Il sabato mattina iniziano a pescare due sloveni alla postazione vicina, con un’impostazione da "gara". Lanciano lo spomb a distanze incredibili e dopo neppure mezz'ora di pesca, salpano un bel pesce. Rimaniamo increduli e cerchiamo subito di capire dove sta il nostro errore. Con il loro aiuto capiamo che il pesce non si muove dall'ansa della sponda opposta e soltanto arrivando a quelle distanze è possibile catturare. Allunghiamo così il tiro, a lancio o con la barca, e finalmente anche i nostri avvisatori tornano a suonare. Non pesci record, ma livree niente male e combattimenti molto divertenti, il tutto in un contesto unico.






Claudio e Raffaele si danno da fare alla postazione, pasturando e facendo avanti e indietro per ricalare le lenze. Matteo invece, che ama molto la tecnica dello “stalking”, sfrutta l'ultimo giorno e mezzo di pesca per cercare il pesce “a vista” in una piccola ansa, dentro ad un bosco. In uno scenario da favola, spunta la “ciliegina sulla torta”, una carpa koi gialla e bianca che Matteo cerca di catturare quando è già quasi completamente buio. Si avvicina furtivo e lancia vicino al pesce un pezzo di pane innescato sull'amo. Sono attimi che sembrano durare secoli, poi ad un certo punto, il ramo di un albero sotto ai suoi piedi si spezza e manda in fumo il sogno di catturare quel bellissimo pesce. C'è mancato un soffio, peccato!!!

Vorrà dire che questo è un arrivederci e non un addio caro Mola. Torneremo un giorno in uno dei laghi più belli che abbiamo mai visto.




Info Utili
Il lago di Mola è molto vasto ma ha una grande popolazione di carpe, tra cui anche pesci di buona taglia, i quali risultano ovviamente più difficili da selezionare. Il consiglio che vi diamo sull'azione di pesca è quello di concentrare la vostra attenzione sul vecchio letto del torrente. Utile la barca per scandagliare ma poi, se potete, pescate a lancio ottimizzando i tempi di pesca.
Sono vivamente consigliate le granaglie ma anche boilies di medio e alto diametro per cercare la selezione degli esemplari di taglia. Su luogo ci hanno anche detto che va fortissimo la pesca con lo zig rig.
Arrivare a Mola dall'Italia è semplice, la cosa importante è prenotare le licenze sull'apposito sito di pesca e rispettare tutte i regolamenti. Riceverete di sicuro la visita dei guardia pesca, i quali non esiteranno a verbalizzare anche la più piccola infrazione. Le postazioni sono poche, quindi vi consiglio di prenotare per tempo la vostra sessione. Fate visita a Damian, carpista che gestisce la casa di pesca sul lago; è un po' timido, ma se entrerete nelle sue grazie, vi aiuterà con ottimi consigli.





Non posso che augurarvi un buon relax. Per giorni, sentirete solo il rumore della natura, al massimo un aereo o una motosega tra i boschi vicini.

Se davvero siete in cerca della pace, avete trovato il posto giusto!!!



Matteo Diodati

lunedì 5 aprile 2021

Carpe di corrente



testo e foto di Matteo Diodati


Una delle pesche che sicuramente mi contraddistingue di più come pescatore di carpe è quella in acque correnti. Vivo in un tratto dell’alto fiume Serchio che ospita numerosi esemplari che si sono adattati alle limpide e veloci acque di questo fiume. La morfologia del Serchio è caratterizzata da molteplici salti d’acqua che formano delle “piane”, i cui fondali, più profondi e ricchi di ripari, consentono ai pesci di sopravvivere durante le possenti piene.


Questi sono ambienti complessi da affrontare, dove i pesci, molto sospettosi, non si lasciano ingannare facilmente dalle nostre trappole. Inoltre parliamo di acque molto fredde in gran parte delle stagioni, soprattutto in inverno ma anche fino in tarda primavera quando, un ulteriore crollo termico è dovuto allo scioglimento delle nevi. Sono perciò molteplici le variabili che possono compromettere o rendere una sessione di pesca memorabile.




Approccio


Prima di tutto dobbiamo conoscere i settori dove il pesce staziona o ancor meglio dove si alimenta, spesso circoscritti in piccoli zone della piana che decidiamo di affrontare. I sopralluoghi lungo le sponde spesso ripide ed impervie sono fondamentali, quindi se gradite pescare con la massima comodità ma soprattutto senza dover preparare per bene le sessioni, questa già non è pesca che fa per voi. Quì ogni pesce è sudato e quasi sempre, dopo averlo catturato, non ci resta che smontare ed andarcene dato che i branchi di carpe saranno entrati in allarme.
La tecnica dello “stalking” resta a parer mio la più adatta e produttiva, perché ci permette di rimanere agili negli spostamenti, i quali possono essere numerosi anche nell’arco di una breve sessione. L’utilizzo di una sola canna o massimo due è vivamente consigliato dato che troppe lenze, tese in acque molto limpide come queste, non fa che allontanare il pesce. Consigliatissimo l’uso dei tendilenza.







Pasturazione e terminali


La pasturazione è fondamentale qualora ci troviamo in ambienti più ampi dove il pesce è solito migrare da una zona all’altra in cerca di buoni pascoli. Parlando invece di “piane” ristrette, lunghe a malapena qualche centinaio di metri, pasturare ha secondo me un ruolo non fondamentale, dato che basterà lanciare un’esca ben attrattiva ed appetibile proprio in corrispondenza dei pesci. Per quanto riguarda i diametri, amo rimanere intorno ai 12-15mm fino a tarda primavera per poi salire a 20-25 mm quando l’attività del pesce diverrà frenetica. Sottolineo che con acqua ancora fresca, le carpe hanno l’abitudine di mangiare “in punta di labbra”, e non è infatti difficile ricevere false partenze o vibrazioni della cima della canna proprio perché il pesce non rimane allamato. Consiglio quindi di scendere sia con la dimensione dell’esca che dell’amo.



Dopo queste riflessioni, il consiglio che vi do è di cercare un punto che vi piace, magari una "piana" dimenticata da tutti, e provare a vedere cosa ha in serbo per voi. Buona fortuna!!!

mercoledì 31 marzo 2021

"Why not"

Per la prima volta dopo anni di pesca, abbiamo deciso di recensire un prodotto. Il diminuire del tempo libero da poter dedicare alla pesca, ma soprattutto alla produzione di boilies self made, ci ha spinto alla ricerca di un'ottima ready made. Ormai da anni le scelte su mercato sono delle più variegate e stavolta abbiamo voluto testare sul campo alcuni gusti delle ormai celebri "palline" firmate Feed Up. Si parla di un'azienda ormai affermata sul mercato, la quale da tanto tempo regala soddisfazioni nel mondo del Carpfishing.

Ecco la granulometria dell'esca


Decidiamo cosi di iniziare una campagna di pasturazione con una buona quantità di esche, concentrando la nostra attenzione su di un tratto ben conosciuto del "nostro" fiume.
Analizzando il prodotto se ne deduce una realizzazione caratterizzata da mix a grana medio-grossolana, con sentori di birdfood. Interessante il loro aroma pungente ma non esagerato nell'intensità. Si tratta della linea "Why not", ideata dall'azienda secondo i canoni del Self-made casalingo. 
Sembrano essere concepite proprio per quelli angler che come noi, hanno bisogno di grandi quantità di esche nell’arco di una stagione o per grandi pasturazioni preventive che abbiano lo scopo di abituare le carpe a rimanere su un determinato spot per un lungo periodo.

Le prime ore del mattino portano a Claudio questa cattura


La cosa si fa interessante quando, alla prima pescata, evidenziamo subito un buon interesse da parte del pesce. Le numerose catture infatti possono confermarlo.
Dopo diverse ore in acqua, nonostante le basse temperature di essa (6°- 8° gradi), la boiles ha evidentemente rilasciato ogni sua proprietà. Le catture effettuate dimostrano che il pesce si è alimentato con grossi quantitativi di boilies. Ne da conferma la quantità di feci sul materassino.

Frutto di una notte veloce in fiume con acqua ancora gelata


Dopo diverse ore di pesca, la boilie è ancora ben solida sull'hair rig. Ciò dimostra le sue buone doti anche come semplice “pallina” da innesco.
Si susseguono poche ma concise sessioni a seguito della pasturazione effettuata. I risultati non mancano e numerose carpe arrivano a guadino.
Senza ombra di dubbio, la boilie è concettualmente azzeccata ed ha tutte le carte in regola per regalare enormi soddisfazioni.


Il freddo non ferma questa regina di corrente

Grassa regina per Raffaele


Nel link a seguire la lista prodotti:
https://www.spaccalabig.com/carpfishing/esche/boilies


Claudio, Matteo e Raffaele