mercoledì 7 dicembre 2011

Boilies ultra rapide da innesco pt. 2



Ci siamo, esco da lavoro nel primo pomeriggio e raggiungo la vicina posta pasturata.
Piove ed è freddo ma chi può fermare un carpista voglioso di carpe?
Mi spetta una short session di quelle davvero short: appena 3 orette di pesca, ma sono fiducioso; in pochi secondi trasporto le borse e monto il mini campo, peparandomi a posizionare 2 canne in pesca.


Innesco sui terminali le boilies di cui vi ho parlato nella prima parte dell' articolo; sono davvero fiducioso specialmente dopo i test casalinghi di immersione: infatti le boilies hanno dimostrato di rilasciare quasi totalmente tutto l' aroma e le farine più fini e idrosolubili contenute nel mix in davvero pochissimo tempo.
Per velocizzare la loro azione, abbino all' innesco una rete in PVA contenente boilies e pellet al pesce, a mio avviso da sempre super attirante.
Lancio lateralmente alla mia destra ed alla mia sinistra, fiondando qualche pallina sugli inneschi; subito una carpa di taglia tradisce la sua presenza con un fragoroso salto a pochi metri da me.
Passa circa quasi un ora ed il sole si avvia alla lenta marcia verso l' orizzonte; che spettacolo!


Mi apposto tra la vegetazione a scrutare il vicino sottosponda e vedo carpe che si alimentano sotto di me; prendo alcune boilies, le spezzo e butto il tutti proprio sopra le loro teste.
Senza fare tanti complimenti le carpotte si fiondano sulle poche briciole cadute in acqua e dal fondo sale un gran polverone; stavolta non ci sono scuse, un pesce devo farlo.
Bii bii priiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, mi fiondo sulla canna di sinistra il cui segnalatore sembra impazzito, ferro e combatto; il pesce non vuole saperene di cedere e tenta più volte di raggiungere i numerosi ostacoli del sottosponda poi viene a galla a buona distanza, non è grossa ma di sicuro un pesce del genere merita sempre tutto il nostro rispetto.
Lotta ancora diversi minuti ma riesco a portarla sotto i miei piedi, la faccio quindi stancare ulteriormente con calma e la guadino.

Tombola, finalmente il primo pesce dello spot.


E di sicuro neppure l' ultimo!!!

Matteo Diodati







sabato 3 dicembre 2011

Boilies ultra rapide da innesco pt. 1


la zona di pesca

Stavo pasturando la zona di pesca con boilies molto digeribili composte da un mix di media granulometria molto semplice e da sempre super efficace: f. di mais, f. di semolino, f. di soya e pastoncino giallo.
Come parte liquida avevo aggiunto solo un cibo liquido al gusto di spezie e pesce con qualche goccia di olio essenziale al pepe nero, ed ogni volta che tornavo a pasturare trovavo sempre il sottoriva completamente spolverato, cosa che non mi sorprendeva affatto dato il gran numero di carpe che vedevo pascolare nella zona.

Mi trovai sul luogo con il mio socio di pesca Claudio, una domenica mattina, per effettuare la prima sessione. Eravamo speranzosi e sicuri di aver allamato qualche bella carpotta, ma inaspettatamente la pescata andò storta e tornammo a casa con un "sonoro cappotto", l' ultimo di una serie interminabile e piena di sfortunati episodi (poi ve ne racconto qualcuno, c' è da ridere).

Non me la spiegavo affatto, il pesce era stato attivo tutti i giorni precedenti e presumibilmente doveva aver imparato a cibarsi di quelle palline gustose e nutrienti...

...dubbi, pensieri, perplessità..

cosa abbiamo sbagliato ancora?

passa qualche giorno

Il mio istinto e la mia voglia di miglioramento, mi portano qualche giorno dopo ad un pensiero:
voglio chiedere qualcosa di più alla boilie da innesco, fare in modo che abbia qualcosa in più rispetto a tutte quelle di pasturazione e forse fra tante palline uguali il pesce sarà attirato maggiormente da quella più importante per noi carpisti.

la boilie sul' amo

Non sono andato subito a pensare, come avrebbero fatto tanti altri carpisti, alle quantità di aroma; il mio pensiero è caduto subito sulla morfologia del mix ed ho capito che era li dove si doveva andare a lavorare.
Cosa me ne faccio di una boilie che si scioglie completamente dopo 24 ore?
 Voglio una boilie che in 6 ore è disciolta, che dia tutto subito!
Ho preso un paio di uova, il solito mix ed ho aggiunto una piccola percentuale di fioccato;

Ecco il risultato nella foto


Boilies con una grossissima granulometria, forse l' asso per le short session di 3 ore che mi spettano.

Continua.....

mercoledì 16 novembre 2011

La boilie ad azione rapida e l' azione dell' acqua come solvente

Ci stiamo addentrando nella stagione invernale in cui spesso è facile tornare a casa da una sessione di pesca con una bella batosta sulle spalle, senza essere arrivati a capire il perché del nostro insuccesso; parliamo chiaro, quali possono essere principalmente i reali motivi?

1- il raffreddamento repentino delle acque di pesca; 
2- il calo di appetito del pesce per conseguente rallentamento del suo metabolismo;
3- l' utilizzo di una boilie inadeguata a tali condizioni;

Secondo me, la 3a ipotesi è la più veritiera e l' unica su cui possiamo andare a cercare di cambiare le carte in tavola. Per chi ha fatto un minimo di chimica infatti, non è difficile capire che l' unico solvente importante non si trova dentro la boilie, pronto a far fuoriuscire l' aroma che ci regalerà l' attrazione della carpa dei nostri sogni, ma si trova proprio all' esterno della boilie e si tratta dell' acqua.

Parliamo un po' di chimica. Il comportamento di solvente dell'acqua è determinato dalla polarità della sua molecola: quando un composto viene disciolto in acqua (prendiamo in esempio la boilie), viene circondata dalle molecole di acqua, le quali si inseriscono tra una molecola e l'altra, indebolendo l'attrazione tra gli ioni e rompendo così la struttura. Ogni ione si ritrova quindi idratato (pensate all' aspetto della boilie dopo un bagno in acqua di molte ore) ed è con questo procedimento che aromi, dolcificanti e le altre componenti del mix, vengono trasferite nell' acqua e possono quindi iniziare al loro azione. Sappiamo bene che non succede la stessa cosa con aromi a base di olio ed oli essenziali, infatti le sostanze ioniche polari come acidi alcoli e sali sono abbastanza solubili in acqua, ma non lo sono le sostanze non polari come grassi e oli. Sappiamo anche che un fattore fondamentale per l' idratazione della boilie è la temperatura dell' acqua ed è questo il grosso problema da andare a combattere e adesso vedremo come.
In poche parole, l' arma vincente per questo tipo di sessioni, non sarà raddoppiare le dosi dell' aroma come fanno i molti convinti che la propria esca esploda come una bomba sul fondale attirando carpe a go-go, ma andando a cambiare la struttura interna delle nostre boilies, ricordando anche, che la parte liquida che andremo ad inserire, diverrà solida subito dopo il periodo di essiccazione delle "palline" e che quindi necessiterà di un nuovo cambio di stato da solido a liquido compiuto dall' acqua.


 Confronto tra una boilie secca e una dopo alcune ore di immersione, entrambe di medio-grossa granulometria.
Guardate quanto è riuscita a rilasciare; quante boilies ready made rispondono così?



arrivati a questo punto? 
Mi pare semplice ma se non ci siete arrivati ve lo dico io: dobbiamo velocizzare al massimo questo passaggio di stato da solido a liquido, rallentato dalla bassa temperatura dell' acqua. Bastano poche ma importanti accortezze; vediamole:

1- usare un mix con poche farine leganti e ricco invece di farine grossolane e sleganti che permetta comunque sia la rullatura;
2- inserire nel mix una buona percentuale di sementi che aumenteranno il processo di idratazione;
3- rullare possibilmente palline di piccolo diametro data magari la scarsa attività della minutaglia a queste temperature;
4- essiccare la boilie per almeno 10 giorni provocando così una volta in acqua un effetto "spugna" ;
5- dippare per pochi minuti, massimo un ora la nostra boilie da innesco con un dip a base alcolica;
6- lasciar lavorare più tempo possibile la nostra esca in acqua andando a rilanciare solo in casi di dubbio incaglio o presenza di minutaglia;

Io credo che questi 6 punti siano fondamentali per la pesca invernale o per tutte le situazioni in cui le temperature dell' acqua siano particolarmente basse (dai 12 gradi in giù). Vi assicuro che rispettando queste 6 regoline, potete fare la differenza e regalarvi delle grandi soddisfazioni quando ai vostri colleghi, le sessioni stanno regalando caldi e pesanti "cappotti".

Diodati Matteo

lunedì 5 settembre 2011

Carpe d'alto Serchio

Siamo giunti alla metà di giugno e con il caldo che comincia a farsi sentire in maniera stressante, decidiamo di abbandonare le numerose cave della nostra zona e di concentrare l'azione di pesca sulle sponde del nostro amato fiume: il Serchio.
Nonostante la grande carenza idrica di questi periodi, rimane il fiume toscano con la maggiore portata d'acqua, grazie ai numerosi affluenti che lo alimentano provenienti dalle alpi Apuane, una delle zone più piovose della penisola.
La nostra esperienza ci porta a immergere gli inneschi in uno dei primi sbarramenti artificiali situato a 30/40 km dalla foce, dove ovviamente il fiume cambia il suo aspetto, passando dai grandi rasai a zone di acqua ferma e più profonda.

L'approccio è semplice: poche palline di buona misura intorno all'innesco, possibilmente ben digeribili e senza parte liquida (al massimo qualche sola goccia di olio essenziale); per quello che riguarda il lancio, il senso dell'acqua ci aiuta e optiamo per la sponda opposta dove il movimento di alcuni esemplari ci segnala la loro presenza.
.


Affidiamo la nostra sorte ad attrezzature robuste: canne di libraggio non inferiore alle 3 lb.; per quanto riguarda i terminali, ami a filo grosso, delle misure 1 o 1/0, ed infine trecce molto resistenti all'abrasione che ci permettano di lottare a pieno con questi “treni” d'acqua dolce.


Vi assicuriamo che il fiume Serchio può regalare grandi emozioni, e anche pesci dalle dimensioni inaspettate. Se decidete di affrontarlo non sottovalutatelo, ancorate i vostri rod-pod e preparatevi ad ascoltare partenze da Formula 1.

Diodati Matteo e Baroni Claudio


venerdì 26 agosto 2011

Info fiume Serchio



   Il Serchio è uno dei principali fiumi della Toscana, il terzo della regione dopo l'Arno e l'Ombrone per lunghezza (111 km), e il secondo per portata media alla foce (46,1 m3/s). Ove si considerino però la regolarità di regime e le portate minime estive, il Serchio, con i suoi 11 m3/s (dei quali quasi metà dovuti al fiume Lima), è di gran lunga il maggiore della regione.

  Il ramo principale del Serchio scende dalle pendici del monte Sillano (m. 1.864) e si riunisce al ramo denominato "Serchio di Gramolazzo" presso il comune di Piazza al Serchio. 

   Percorre la Garfagnana da nord a sud, da Sillano fino a Gallicano, per poi continuare nella Media Valle costeggiando il territorio del Comune di Barga e attraversare quello di Borgo a Mozzano. Più volte sbarrato artificialmente, in questo tratto riceve da destra l'Edron, il Tùrrite Secca, il Tùrrite di Gallicano, il Turrite Cava, il Pedogna e la Celetra; da sinistra il Fiume, il Castiglione, il Sillico, e la Lima, il suo principale affluente che nasce dal Passo dell'Abetone raccogliendo le acque dell'Appennino Pistoiese nord occidentale con un volume medio di oltre 20 metri cubi al secondo.

   Giunto nella piana di Lucca, dove raccoglie anche le acque del torrente Freddana, volge a ovest dove, attraverso le "strette" di Filettole, entra in Provincia di Pisa scorrendo nei Comuni di San Giuliano Terme e Vecchiano, fino a terminare il suo corso gettandosi nel Mar Ligure, nella zona del Parco di San Rossore, pochi chilometri a nord di Pisa.

   Il Serchio, pur a fronte di un carattere essenzialmente torrentizio (nelle piene eccezionali può anche superare i 3.000 m³/s), ha una ricca portata media annua (ben 46 m3/s), risultando anche il fiume dal regime più regolare di tutta la Toscana. In estate infatti, nonostante la siccità, versa ancora una portata media di 11 m3/s presso la foce: quasi il triplo di quella dell'Arno a Pisa e quasi 10 volte quella dell'Ombrone a Grosseto, (entrambi fiumi assai più lunghi e dal bacino assai più esteso). A favorire la copiosità delle portate del Serchio è l'alta piovosità annua nel suo tratto montano (la zona della Garfagnana e delle Alpi Apuane infatti è una delle zone più piovose d'Italia) e una certa permeabilità del suo bacino.